lunedì 8 luglio 2013

RICORDI DI ESTATI LONTANE

....risvegliati dagli odori, dai colori, dai rumori, di una casa ormai tanto vecchia, che mi ha regalato tante estati felici: la nostra casa di campagna, dove hanno trascorso le estati, molte generazioni della mia famiglia. Lì ogni anno ritrovavo i miei amici: la Marisa, Roberto (che oggi è il mio medico della mutua), l'altro Roberto, l'Arianna, Sandrino, la Nadia. Giocavamo, giocavamo e giocavamo tutta l'estate: la casa sull'albero, le bici con la cartolina attaccata con una molletta da bucato fra i raggi delle ruote per simulare il rumore del motore, le ginocchia sbucciate che di notte si attaccavano alle lenzuola, pane e marmellata per merenda, che quando finivi avevi le mani tutte appiccicose per la marmellata, i gattini appena nati con gli occhi ancora chiusi, la festa del paese, le bancarelle che vendevano giochini, pistacchi abbrustoliti, e collane di nocciole, la Messa della domenica con il vestito "buono" e i sandalini blu con gli occhietti. E poi la frutta calda di sole mangiata dall'albero, i girini che piano piano si trasformavano in rane, le gite in pineta, le corone da indiani fatte con le foglie di castano, il latte che si andava a comprare appena munto e quindi ancora tiepido, le corse nel prato che in discesa percorrevamo rotolandoci, le more che non mi piacevano ma che raccoglievo e mangiavo, perché così facevano gli altri. Poi, verso la fine di settembre cominciava a piovere, le giornate si facevano più corte e volavano via, si cominciava a provare rimorso per i compiti delle vacanze non fatti, ma appena il cielo si rischiarava un pochino, di nuovo tutti fuori a giocare, a fare la gara di raccolta di lumache. Cominciavano a nascere i funghi e a cadere le castagne e noi andavamo sotto il grande noce del prato di Gin a  mangiare le noci, tornavamo con le mani annerite dal mallo di noce. Poi inesorabile e improrogabile (il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola) arrivava il giorno amaro del ritorno a Genova, mi ricordo il sapore salato delle lacrime, quel distacco che sembrava impossibile da affrontare, e il viaggio di ritorno zitta, zitta.

2 commenti:

  1. ciao Bruni, posso chiamarti così? sono finalmente riuscita ad arrivare al tuo blog e incomincio da questo post che mi fa venire tanta nostalgia perchè sono ricordi che condivido e che mi mancano...

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  2. Cara Adriana, certo che puoi chiamarmi così, ho scritto questo post in un momento di malinconia! Se condividi vuol dire che quelle estati ce le siamo proprio godute fino all'ultimo giorno, divertendoci con niente!

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SIETE STATI MOLTO CARINI, AD ARRIVARE FIN QUA, SE LASCIATE ANCHE UN COMMENTO, MI FATE MOLTO MOLTO FELICE!
BACI BRUNI