martedì 23 luglio 2013

DONNA E LAVORO

Ho da sempre spiegato alle mie figlie, che la prima libertà per una donna è rappresentata dal proprio lavoro. Le ho messe al mondo in una società dove il lavoro non c'è, o meglio il posto fisso da dirigente al primo impiego non c'è, ma lavoro per chi si sa adattare se ne trova sempre. Le mie figlie dall'estate dei loro 16 anni hanno sempre lavorato (una oggi è laureata e lavora, l'altra studia ancora e lavora). Sono cresciute orgogliose di quello che hanno fatto, hanno imparato a dare il giusto valore al denaro e alla fatica e quando si tolgono qualche soddisfazione sono molto felici di poter dire "questo l'ho fatto da sola". Tutto questo per dire che secondo me la donna, ( soprattutto la donna della mia generazione e dintorni, che ha vissuto tempi di trasformazione e cambiamenti), dovrebbe avere l'orgoglio e la dignità di voler provvedere a se stessa e in parte anche alla famiglia, sia nel caso sia single, sia nel caso sia sposata e sia nel caso in cui diventi ex moglie di. E' vergognosamente assurdo, che una donna separata  si faccia mantenere a vita da un uomo con il quale ha condiviso a volte anche solo pochi anni di vita coniugale. Alcune arrivano persino a lavorare in nero, pur di continuare a farsi passare l'assegno di mantenimento: vergogna!
Oltre all'enorme schiera di donne che lavorano, e che contemporaneamente mandano avanti una famiglia, c'è un discreto numero di donne nullafacenti.
Molte dicono di aver "rinunciato" a lavorare all'arrivo del primo figlio, altre non hanno mai fatto un accidente, ma sono sempre molto, molto stanche perché si sa, che chi sta a casa è molto stressato....(che la causa sia la polvere domestica?) Alcune fanno finta di lavorare nell'azienda di famiglia della quale, a detta loro, sono i pilastri portanti. Quasi tutte hanno in mano le sorti della cassaforte, e ritengono ovvio cointestare gli acquisti fatti (soprattutto gli immobili) dal marito. Ora, io mi chiedo: tutte queste signore che hanno scambiato il matrimonio per un' assicurazione a vita, non provano un vago senso di disagio a pensare che mentre loro sono dall'estetista, o dall'osteopata (ora va molto) o in palestra, o a fare shopping, il povero marito si sta sbattendo perché loro possano continuare a usare la MasterCard illimitatamente?

4 commenti:

  1. Molto interessante questo post.
    Era la mia generazione e quelle precedenti in cui il "lavoro delle donne " era fare le casalinghe e penso che allora effettivamente fosse un lavoro (in quanto comprendeva tutta una serie di produzioni che andavano al di là della cura della casa o del crescere figli).Adesso la società è cambiata ed è giusto che sia così.Io ho lavorato, poi ho fatto solo la mamma, poi ho aiutato nello "studio di famiglia" e poi sono stata scaricata e ora faccio volontariato, una triste fine !

    RispondiElimina
  2. cara adry, spero con tutto il cuore che tu non ti sia sentita chiamata in causa da queste mie parole. E' vero che fino a qualche anno fa, il lavoro della donna era fare la casalinga e nel pacchetto "casalinga" erano comprese tante altre incombenze.( con tanta fatica e nessun riconoscimento )Io parlo di oggi, quando fin troppe donne, trovano comodo affermare che non ci sia lavoro, senza neanche aver mai provato a cercarlo. Trovo molto generoso da parte tua fare volontariato (altra cosa che molti vorrebbero fare ma "non hanno tempo"......il tempo per le cose che vogliamo fare lo troviamo sempre ti sembra?)Mamma mia come sono acida in questi giorni! Credo che per poter fare volontariato ci voglia molta volontà e sacrificio, anche se qualche sorriso di riconoscenza, penso che ti rimanga nel cuore e ti ripaghi di tanta fatica, baci bruni

    RispondiElimina
  3. Condivido quello che hai scritto. Io detesto anche quelle casalinghe che lamentano pene atroci perché sostengono di soffrire di insonnia notturna, quando poi scopri che dormono regolarmente 4 ore ogni pomeriggio (la mia vicina di casa) e mi viene l'orticaria con quelle che si lamentano di come non si riesce a fare tutto perché in casa ci sono 1.000 lavori da fare (e io che ho sempre lavorato fuori casa almeno 12 ore al giorno come facevo senza colf, tata, o "la signora che viene ogni tanto a stirare" ?).
    Però per amore di giustizia, non ci sono solo donne che lavorano in nero per farsi pagare gli alimenti. Ho conosciuto un uomo, dirigente, che pur di non pagare un assegno consistente alla figlia (la ex-moglie era impiegata) ha raggiunto un accordo con la società facendosi licenziare e riassumere con un contratto di collaboratore esterno praticamente quasi tutto in nero e abbattendo di fatto i suoi introiti ufficiali.
    Fanno schifo pure questi esseri (anche perché qui si trattava di assegno alla figlia e non alla moglie).
    Scusa lo sfogo, ma mi hai acceso una miccia. Ciao.
    Marilena

    RispondiElimina
  4. Questa "perla" mi mancava! Complimenti a questo amorevole padre !

    RispondiElimina

SIETE STATI MOLTO CARINI, AD ARRIVARE FIN QUA, SE LASCIATE ANCHE UN COMMENTO, MI FATE MOLTO MOLTO FELICE!
BACI BRUNI