Lillina viveva in un castello di cartapesta per lo più inaccessibile ai comuni mortali. Pensava di essere una principessa in quel castello, così le avevano detto, ma in realtà era una bambina prigioniera di quel castello.Trascorreva sue giornate giocando a fare la mamma alle sue bambole, non conosceva altri giochi, perché non frequentava altri bimbi, non guardava la televisione perché nel castello non c'erano televisori. Si era costruita un mondo fantastico con personaggi suoi amici che le facevano compagnia. Lillina, lasciava l'impronta del nasino, sul vetro della finestra della sua camera, perché le piaceva osservare il mondo là fuori. Il primo giorno di scuola per Lillina fu un vero shock, per la prima volta nella sua vita, si trovò a doversi confrontare con degli altri bambini, e degli adulti che non fossero i suoi genitori o i suoi nonni. Lillina era timidissima, ed impaurita per doversi relazionare per un'intera mattina con tutte quelle persone. Le sue mani erano gelide e il suo stomaco era talmente chiuso che non lasciava passare, nemmeno una briciola dei cracker, che la mamma, le aveva messo in cartella. Lillina, non faceva domande, ma osservava il mondo che le era sconosciuto, guardava i suoi compagni, tutti avevano delle belle cartelle e dei begli astucci, anche le sue cose le erano sembrate tanto belle quando le aveva sfasciate il giorno del suo compleanno, ma ora vedendo quelle degli altri, le piacevano un po'meno. Gli altri avevano più cose di lei, gli astucci avevano tanti scomparti...., e poi i libri e e i quaderni dei suoi compagni avevano le copertine di
plastica colorata e l'etichetta con il nome , i suoi libri e quaderni erano rifasciati con la carta da pacchi recuperata e messa da parte. Lillina sotto il grembiule nero per tutto l'inverno avrebbe indossato le due gonnelline, i due maglioncini e le due camicette che le aveva cucito la mamma. Aveva poi un paio di scarpe di camoscio con le stringhe (a lei parevano da maschio, ma la mamma aveva scelto quelle) e le galosce per la pioggia, l'ombrello no, non lo aveva, lo ricevette in dono per Natale qualche anno dopo.Vedeva le altre bimbe indossare abiti decisamente più carini ed adatti all'età, ma Lillina non era invidiosa, si limitava ad osservare, guardava , non parlava mai, restava sempre con le braccia conserte come ordinava la maestra quando batteva la bacchetta sulla cattedra. Le sarebbe piaciuto molto, mescolarsi agli altri bambini, giocare , urlare, rincorrersi, ma aveva paura di non essere capace, le sembrava di essere diversa da loro, loro sapevano giocare divertirsi e fare arrabbiare la maestra, ma di tutto questo lei era convinta di non essere capace. Lillina sarebbe rimasta tutta la vita con il naso appiccicato alla finestra a guardare il mondo....